Sophos Cybersecurity on Tour: si inizia oggi!

Sophos Cybersecurity on Tour: si inizia oggi!

Sophos Cybersecurity Tour

ci vediamo in 11 città: si comincia oggi da Lucca!

 

Alberto Delaini - Delaini & Partners

Il tema della sicurezza informatica e l’urgenza di garantirla alla propria azienda sono certamente noti. Vale la pena di dedicare un po’ del proprio tempo per conoscere metodologie e strumenti che possano assicurare alle imprese di ogni tipologia e dimensione i migliori strumenti di difesa.
Partecipa alle prossime tappe del Sophos Cybersecurity on Tour, una serie di eventi innovativi dedicati all’evoluzione del portfolio di soluzioni di Sophos ed alle novità su prodotti e servizi rilasciate nell’ultimo anno.

Struttura dell’evento:

  • Mattino 10.30-14.00 : sessione tecnico-commerciale riservata ad Operatori Informatici per approfondire le possibili sinergie e le relazioni di Partnership con Sophos.
  • Pomeriggio 14.00-18.00 : sessione sulle novità di prodotto rilasciate da Sophos negli ultimi mesi dedicata ai Clienti soli o accompagnati dal proprio Rivenditore di fiducia.

Avrai la possibilità di:

  • approfondire il panorama delle minacce informatiche in Italia
  • conoscere in anteprima le novità su Sophos Firewall, Sophos Endpoint, Sophos MDR e molto altro ancora
  • ascoltare dalla viva voce di un cliente Sophos i vantaggi ottenuti attraverso queste soluzioni.

Visita la pagina dedicata per conoscere le location degli incontri e l’agenda completa di ogni evento. Registrati subito!

Educare alle relazioni

Educare alle relazioni

Educare alle relazioni

una civiltà basata sugli scontri non fa bene a nessuno

Alberto Delaini - Delaini & Partners

Il progetto Ministeriale “Educare alle relazioni”, indispensabile in sé, ha avuto un primo stop a causa dell’insurrezione del popolo di destra, per la candidatura a garante di Paola Concia, insieme ad altre due persone di altra estrazione politica e sociale. Nessun intento polemico, sono semplicemente fatti.

E’ urgente il dialogo
Ma è proprio il dialogo, il confronto anche animato e ben argomentato che renderebbe la scuola migliore nell’educazione alle relazioni. E forse, la politica non dovrebbe entrare nelle scuole se non per finanziare adeguatamente la scuola pubblica e pagare meglio gli insegnanti!
Invece, condivido profondamente l’idea di coinvolgere le associazioni per contrastare la violenza, quelle sportive, quelle culturali e gli stessi genitori, perché non si può attribuire alla scuola un carico enorme, che dovrebbe essere ripartito tra queste diverse entità sociali e educative.
Il punto è come lo si farà…

Conoscere sé stessi
Dopo migliaia di ore di formazione all’Università, di coaching con ragazzi in difficoltà nelle scuole superiori, e con adulti in vari contesti organizzativi, credo fermamente che conoscere sé stessi sia la chiave di volta per crescere in modo equilibrato, imparando a gestire le proprie emozioni: la paura, la rabbia, la prepotenza…
Per realizzare questo primo, fondamentale obiettivo, occorre, secondo me, un approccio maieutico: si dovrebbe, cioè, partire da loro, i ragazzi e le ragazze, fin dalla scuola media inferiore (se si potesse anche fin dalle elementari) facendo vivere a loro esperienze di vita concreta, attraverso video e simulazioni, giochi di ruolo e confronto, perché “lezioni frontali” di Educazione alle Relazioni non sortirebbero alcun effetto, se non la noia.

Le tecnologie ci sono tutte
Abbiamo la possibilità di usare tecnologie orientate all’obbiettivo, come ad esempio scene tratte da film, video costruiti ad hoc per far vivere emozioni quali l’empatia, la solidarietà, ma anche la rabbia e la frustrazione, per imparare a gestirle e a farne tesoro.
Le reazioni raccolte dalle risposte individuali dei ragazzi sarebbero poi discusse in classe con i docenti, ognuno anche attraverso le sue materie, dalla letteratura, alla storia, alla scienza al pensiero dell’antica Grecia che ha costituito una parte fondamentale dell’immaginario occidentale: trenta ore sono forse troppo poche per l’educazione alle relazioni…
Quindi non si tratta di didattica a distanza, perché il percorso si svolgerebbe in classe, dapprima con una fruizione individuale, ma poi in un confronto anche animato in classe.
I ragazzi sarebbero invitati a dire cosa avrebbero fatto in quella situazione, identificandosi con un protagonista piuttosto che con un altro. L’ingaggio sarebbe molto forte e, con la guida degli insegnanti, in un primo tempo supportati da psicologi dell’età evolutiva, si potrebbero avviare dei piani di crescita personale, imparando a rispettare il diverso, il più debole, il femminile.
Perché, purtroppo, anche le ragazze possono essere “bulle” verso altre ragazze, o verso ragazzini più piccoli… La violenza dovuta all’ incapacità di gestire le proprie emozioni, di affrontare i propri limiti, le proprie debolezze sfruttando quelle delle altre/i, è in ognuno di noi, che sia maschio o femmina.
Certo, in una società di per sé stessa violenta, in cui ognuno è manipolato e pesantemente “orientato” nelle proprie scelte, non è facile trovare la propria strada, consapevole e libera.

Silvia De Martino
Mondi Possibili
Email: silvia.demarti1952@gmail.com – Mobile: +39 329.8420554

 

Tecnologia che si evolve in modello di business

Tecnologia che si evolve in modello di business

Tecnologia che si evolve in modello di business

grazie al “prosecco equity crowfunding”

 

Le tecnologie si evolvono e trasformano con ritmi quasi frenetici, per cui a chi non è ben addentro alle vicende IT (ma non solo a loro!) spesso riesce complicato non tanto capire “come” si sviluppano quanto “a che cosa servono” in termini di utilizzo effettivo. Il tema della Blockchain affolla le pagine di tutti i Media, spesso intersecandosi con quello delle criptovalute. Ci puoi dare una tua interpretazione concreta del suo utilizzo per una azienda italiana?

Certamente, è importante chiarire il ruolo e l’uso pratico della blockchain per le aziende, specialmente in un contesto italiano dove la tecnologia è ancora in fase di adozione e comprensione.
Una delle applicazioni più immediate e tangibili della blockchain riguarda la tracciabilità dei prodotti. Per esempio, nel settore agroalimentare o nella moda – due pilastri dell’economia italiana – la blockchain può essere utilizzata per garantire l’autenticità e l’origine dei prodotti. Questo non solo aumenta la fiducia dei consumatori, ma risponde anche alle crescenti richieste di trasparenza e sostenibilità.
La blockchain può semplificare e rendere più efficienti le operazioni aziendali. Ad esempio, l’utilizzo di smart contract della firma e la notarizzazione elettronica può automatizzare processi come la gestione delle supply chain o le procedure di contrattualizzazione tra aziende, riducendo così i tempi e i costi associati a questi processi. Pensate alla fattura elettronica, ma per tutto il resto dei documenti che le aziende si scambiano l’una con l’altra. preventivi, ordini conferme ddt… tutto.
Le aziende italiane possono beneficiare della tokenizzazione dei loro beni e servizi. Oggi possono emettere fino a 1 milione di propri token all’anno. Questo significa convertire il diritto a ricevere un prodotto o servizio in token digitali. Pensate al vecchio gettone telefonico della SIP, il nonno dei Token. Questi token possono poi essere venduti o scambiati, trasformando beni illiquidi in asset facilmente negoziabili e accessibili, aprendo nuove opportunità di finanziamento e investimento.
La natura immutabile della blockchain la rende uno strumento efficace contro le frodi e le manipolazioni dei dati. Per le aziende che gestiscono grandi quantità di dati sensibili o che operano in settori dove la contraffazione è un problema, la blockchain può offrire un livello di sicurezza aggiuntivo.
La blockchain permette di esplorare nuovi modelli di business, come la creazione di piattaforme basate su token per programmi di fidelizzazione dei clienti o per la gestione autonoma dei propri diritti di proprietà intellettuale.
In Italia, con l’introduzione di nuove normative in ambito FinTech con il decreto Giorgetti per dematerializzare le azioni e l’adozione di standard come eIDAS2, per l’identità e l’archiviazione elettronica la blockchain può aiutare le aziende a rimanere in linea con le normative in modo efficiente e trasparente, specialmente in termini di tracciabilità dei prodotti e gestione delle transazioni finanziarie.

Quello che dici è molto interessante e fa nascere una domanda: come è nato il tuo interesse per questa tematica e come l’hai affrontato?

Il mio interesse per la blockchain e le sue potenzialità è nato dalla mia passione per l’innovazione e la tecnologia. Ho sempre creduto che questa tecnologia possa essere un catalizzatore fondamentale per il cambiamento e la crescita in qualsiasi settore, ho iniziato a livello personale prima che si chiamasse Blockchain minando Bitcoin nel 2009, e poi nel 2015 con Ethereum.
La mia avventura aziendale nel mondo della blockchain ha iniziato a prendere forma nel 2018 con la fondazione della nostra startup. La chiave del successo iniziale è stata la capacità di coinvolgere altri imprenditori nella mia visione. L’idea era di creare una piattaforma basata su blockchain che potesse rivoluzionare il modo in cui le aziende interagiscono e gestiscono i dati. Per finanziare questa idea, abbiamo organizzato un evento alla veneta, una sorta di “prosecco equity crowdfunding”, dove abbiamo invitato 25 imprenditori IT a investire nella nostra idea. La serata è stata un successo, e siamo riusciti a raccogliere quasi 1 milione di euro, dimostrando che c’era un interesse concreto e un potenziale significativo nella nostra proposta… o forse semplicemente il prosecco…
Dopo il successo iniziale della startup, abbiamo fondato il Commercio Consortium nel 2019. L’obiettivo era creare un network di aziende che potessero beneficiare e contribuire allo sviluppo della tecnologia blockchain. Il consorzio è iniziato con solo 4 membri, ma grazie al duro lavoro e all’impegno nel dimostrare il valore della blockchain, è cresciuto rapidamente fino a raggiungere quasi 100 membri. Questa crescita ha dimostrato che c’era un forte interesse e una reale necessità di soluzioni basate su blockchain in vari settori.
Man mano che l’interesse per la blockchain cresceva e il consorzio si espandeva, abbiamo deciso di trasformare la startup in una società per azioni. Questo passaggio era cruciale per strutturare l’azienda in modo più formale e prepararla per la crescita e l’espansione future. Abbiamo poi inglobato il consorzio nella società per azioni, consolidando così la nostra posizione nel mercato e rafforzando la nostra offerta di servizi e soluzioni basate su blockchain.
Attualmente, stiamo preparando un nuovo aumento di capitale. Questo passo è volto a finanziare ulteriori innovazioni e a espandere la nostra portata nel mercato. L’obiettivo è continuare a essere leader nel settore della blockchain, offrendo soluzioni all’avanguardia che possano soddisfare le esigenze di un mercato in continua evoluzione.
Il mio viaggio personale nel mondo della blockchain è stato un percorso di scoperta, innovazione e crescita. Da un’idea iniziale e una cena di crowdfunding, siamo arrivati a creare un consorzio di successo e a trasformarci in una società per azioni pronta per nuove sfide e opportunità. Questo percorso riflette il mio impegno personale e la mia passione per esplorare e sfruttare le potenzialità delle nuove tecnologie. Trovare così tanti imprenditori e manager aperti al cambiamento è la prova concreta che l’Italia può innovare , ma non lo può fare se ogni azienda lavora da sola.. . Quanto sarebbe bello se che chi leggesse questa tua newsletter lo capisse e ci contattasse?

Quali sono i modi con cui coinvolgi gli interlocutori, sia quelli che svolgono il ruolo di partner, sia quelli che intendono utilizzare le vostre soluzioni come utilizzatori? Qual è il modello di coinvolgimento e di business che proponi loro?

Per coinvolgere efficacemente sia i partner che gli utilizzatori delle nostre soluzioni blockchain, adottiamo un approccio che si basa sull’educazione, l’innovazione e la facilità d’uso. Ecco come procediamo:
• utilizziamo attivamente i social network per educare e coinvolgere i manager aziendali
• collaboriamo con un gruppo di influencer nel campo della blockchain per creare e diffondere contenuti educativi che spiegano i benefici e le applicazioni pratiche della tecnologia; questo aiuta a creare consapevolezza e interesse verso le soluzioni blockchain
• offriamo una vasta gamma di risorse educative, come libri, webinar e workshop, per insegnare la blockchain in modo gratuito; questo approccio non solo aiuta le aziende a comprendere meglio la tecnologia, ma stabilisce anche un rapporto di fiducia, dimostrando il nostro impegno a fornire valore prima di cercare un guadagno commerciale.
Per rendere la blockchain accessibile a tutti, offriamo una piattaforma API e un’App “white label”. Questo permette alle aziende di utilizzare la blockchain senza dover affrontare la complessità tecnologica sottostante. La nostra soluzione è progettata per essere intuitiva e facile da usare, consentendo alle aziende di notarizzare, conservare e condividere documenti importanti in modo sicuro e semplice.
La nostra App e le API funzionano “a gettoni”, rendendo il processo di archiviazione, notarizzazione, scambio di documenti e NFT semplice e sicuro. Questo approccio riduce la barriera all’ingresso per le aziende che potrebbero essere intimorite dalla complessità della blockchain.
Attraverso l’educazione e la dimostrazione del valore, molte delle aziende che formiamo diventano poi nostri clienti. Offriamo loro non solo la tecnologia, ma anche il supporto e la consulenza necessari per implementare con successo soluzioni blockchain nei loro processi aziendali.
Ci impegniamo a fornire supporto continuo ai nostri clienti e partner, aggiornando costantemente la nostra piattaforma per includere le ultime innovazioni nel campo della blockchain. Questo garantisce che i nostri clienti siano sempre all’avanguardia e in grado di sfruttare appieno i benefici della tecnologia.
Per riassumere tutto in una frase, il nostro modello di coinvolgimento si basa sull’educazione, la facilità d’uso e il fornire un valore tangibile. Questo approccio ci permette di costruire relazioni solide e di lungo termine con i nostri partner e clienti, siamo i leader italiani nel settore della blockchain.

Quali sono le loro motivazioni? E quali sono i riscontri di interesse che rilevi sul mercato?

Le motivazioni dei nostri clienti e partner nel voler esplorare e adottare la tecnologia blockchain sono variegate e si riflettono nei riscontri di interesse che osserviamo sul mercato:
• molte aziende sono motivate dall’opportunità di rendere più efficienti i loro processi aziendali; la blockchain, attraverso l’uso di smart contract e la sua natura decentralizzata, può automatizzare e semplificare operazioni complesse, riducendo così i costi operativi e amministrativi
• la sicurezza dei dati e la trasparenza delle operazioni sono preoccupazioni crescenti per le aziende; la blockchain offre una soluzione robusta a questi problemi grazie alla sua struttura immutabile e trasparente, che garantisce l’integrità dei dati e la tracciabilità delle operazioni
• l’adozione della blockchain è spesso vista come un modo per innovare e guadagnare un vantaggio competitivo; le aziende che implementano soluzioni blockchain possono offrire servizi più rapidi, sicuri e innovativi, distinguendosi così nel mercato
• in alcuni settori, come il finanziario o il manifatturiero, esiste una crescente pressione normativa per la tracciabilità e l’accountability; la blockchain può aiutare le aziende a rispettare queste normative in modo efficiente e automatizzato
• la possibilità di tokenizzare beni e servizi sta attirando un crescente interesse; la tokenizzazione apre nuove opportunità di mercato, permettendo alle aziende di emettere fino a 1 milione di euro e di creare nuovi modelli di business basati sulla blockchain.
Osservo un crescente interesse per la blockchain in vari settori, con aziende che cercano di capire come questa tecnologia possa essere applicata ai loro processi specifici. Il mercato mostra una particolare attenzione per le soluzioni che promettono di semplificare l’adozione della blockchain senza richiedere competenze tecniche specialistiche.
Per far capire la blockchain ad una azienda è semplice, basta fare una semplice domanda ad un imprenditore o un manager:
“Quanti dati o documenti aziendali vorresti notarizzare da un notaio se costasse un centesimo di euro a timbro?”
Dopo qualche minuto, l’imprenditore probabilmente si inventerebbe centinaia di dati e documenti aziendali da certificare.
La blockchain è il notaio digitale che apre la porta a migliaia di applicazioni pratiche, Questa notarizzazione di dati, è legalmente vincolante grazie alla normativa eIDAS e può essere impiegata ovunque.

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Enrico Talin
Presidente di Commercio.network

info@commerc.io   –   www.commerc.io

 

Mondo da ribaltare?

Mondo da ribaltare?

Mondo da ribaltare?

L’editoriale di Breaking News!

Alberto Delaini - Delaini & Partners

Il mondo non ha poi quella gran voglia di cambiare che si desume dalle dichiarazioni di qualsiasi istituzione nazionale o sovrannazionale dalla Comunità Europea all’ONU, per citarne solo due molto diverse tra loro. A volte lo dimostra in maniera subdola e sfumata, a volte senza preoccuparsi di sbattere in faccia a tutti la cruda realtà che le decisioni le prendono in pochi e che la cosiddetta “opinione pubblica” si può raggirare senza un grande sforzo. Ogni riferimento a COP28 di Dubai e al documento finale sulla transizione dai combustibili fossili che sposta il traguardo della neutralità climatica al 2050 è superfluo. Mi segno subito la data in agenda, tanto io non conto né mi auguro di esserci.

Discorsi ben poco natalizi
Scusate la premessa un po’ amara e poco in assonanza con il periodo, ma non dimentichiamo che nei giorni attorno al Natale, quello primigenio, quello di oltre 2.000 anni fa, per le strade della Palestina si aggirava un certo Erode che progettava e portava a termine una strage di innocenti. Non è cambiato gran ché, né da quelle parti né altrove.
Ciononostante, nel profondo del mio io, non sono assolutamente pessimista. Forse sono uno sciocco, sicuramente sono un illuso ma, le poche volte che riesco a guardare oltre la cortina fumogena dei notiziari catastrofisti di ogni lingua, nazione e partito trovo attorno alla mia vita di tutti i giorni una serie impressionante di segnali di impegno, di disponibilità, di altruismo. Trovo organizzazioni sconosciute e microscopiche che ottengono, in proporzione, risultati sbalorditivi. Trovo persone di ogni estrazione che si dedicano a fondo perduto al benessere degli altri, di tanti sconosciuti di cui magari un anno prima non avevano nemmeno cognizione. Trovo chi aguzza l’ingegno, sfruttando le esperienze di una vita – magari invece di godersi in pantofole la pensione – o le conoscenze personali, perché per centrare obiettivi limitati ma concreti non servono le ricchezze di Creso o di Elon Musk.

Come si mangia un elefante?
Scopro che, invece di misurarsi con obiettivi grandiosi, è più produttivo muoversi su una scala in cui contributi limitati portino a risultati effettivi. Un proverbio africano – ma forse mi confondo con una barzelletta di tanti anni fa – afferma che un elefante si può mangiare anche tutto, però a piccoli bocconi. Questione di metodo, di pazienza e magari di un briciolo di fede. Fede nelle proprie capacità, nella propria tenacia, nella costanza di mettere assieme le proprie limitate risorse a quelle limitate di chi ci è vicino.
Questione di non scoraggiarsi, di partire da una prospettiva di lungo termine che miri a farci giungere lontano, senza fretta. Magari non alla meta meravigliosa che ci siamo immaginati ma comunque molto più in là di quanto altri, più timorosi, possano arrivare.

Tantissimi anni fa si parlava di “fioretti”, oggi li etichettano in modo più blando come buoni propositi. Penso che ciascuno possa porsene uno, cercando poi di realizzarlo. Io mi metto in cima alla lista. Niente di stratosferico: può essere un semplice sorriso al vicino di casa antipatico e tignoso.

Alberto Delaini

Metaverso, virtuale … fino ad un certo punto!

Metaverso, virtuale … fino ad un certo punto!

Metaverso, virtuale … fino ad un certo punto

la tecnologia è meravigliosa, a patto di intuirne i rischi

Alberto Delaini - Delaini & Partners

Nella fantascienza, il metaverso è un’ipotetica iterazione di Internet come unico mondo virtuale universale e immersivo, facilitato dall’uso di visori per la realtà virtuale e la realtà aumentata.
Il termine, compare per la prima volta nel 1992 nel romanzo “Snow Crash” dello scrittore americano Neal Stephenson. Hiro, il protagonista, è in cerca di una via di fuga da un’opprimente realtà: durante l’orario di lavoro consegna pizze per la mafia, ma nel tempo libero è un hacker. Per scappare dalla sua vita insoddisfacente, tramite il suo computer crea una realtà virtuale, nella quale può accedere attraverso un paio di occhiali e delle cuffie collegati al pc.
Il Metaverso (“meta” all’interno e “verso” abbreviazione di universo) è quindi un vero e proprio universo parallelo in cui si può allestire un proprio alter ego; una realtà virtuale condivisa con gli altri utenti della rete.

Facciamoci un Avatar
Tramite il nostro Avatar, il nostro alter ego digitale in grado di muoversi ed interagire nel mondo virtuale, sarà possibile assistere ad un concerto, incontrare i nostri amici, fare un viaggio utilizzando le risorse della rete, rimanendo comodamente seduti davanti al nostro PC.
La parola è tornata prepotentemente d’attualità quando Mark Zuckerberg ha annunciato il cambio di rotta e pure di nome per Facebook, intesa come società che possiede, oltre all’omonimo social network, un intero ecosistema di piattaforme: WhatsApp, Instagram e Messenger.
Facebook Inc. è quindi diventata META e ha dichiarato un mission aziendale più ampia: creare in pochi anni una versione totalmente nuova dell’esperienza internet, un metaverso in cui tutti “saremo in grado di teletrasportarci istantaneamente come un ologramma, per essere in ufficio senza doverci spostare, ad un concerto con gli amici o nel soggiorno dei nostri genitori a chiacchierare”.
Per molti osservatori, questa mossa di Zuckerberg mira a distrarre l’attenzione dalle critiche mosse sempre più spesso all’impatto sociale di Facebook e Instagram.

Metaverso in tutte le salse
Ma il metaverso di Facebook non è ne il primo ne l’unico esperimento di realtà virtuale parallela.
Nel Giugno 2003 venne lanciato dalla società statunitense Linden Lab, Second Life una piattaforma che gestisce un mondo virtuale elettronico, che integra strumenti di comunicazione sincroni ed asincroni e trova applicazione in molteplici campi della creatività: intrattenimento, arte, formazione, musica, cinema, giochi di ruolo, architettura, programmazione, impresa, solo per citarne alcuni
Il videogioco Fortnite ha iniziato ad ospitare concerti ed eventi all’interno del gioco, affiancando ai campi di battaglia nuovi spazi in cui i giocatori posso semplicemente incontrarsi e passare del tempo passeggiando, assistendo a esibizioni, acquistando beni virtuali.
Nello spazio virtuale di Decentraland gli utenti, dopo aver creato il proprio Avatar, possono acquistare e rivendere lotti di terra con pagamenti in criptovaluta. Una società di investimenti USA ha annunciato di aver investito 2.4 miliardi di dollari, in lotti di terreno virtuale all’interno del distretto della moda di Decentraland, con l’obbiettivo di ospitarvi sfilate di moda virtuali, e vendere abiti ed accessori digitali agli avatar.
Minecraft uno dei videogiochi preferito dai bimbi, che oggi hanno dai 6 ai 10-11 anni, rappresenta una vera anticamera del metaverso.

Virtuale … fino ad un certo punto
Nel nuovo universo tutto è virtuale, ma le esperienze e l’economia sono reali!
Il metaverso muove investimenti sempre più importanti e in corsa per la realizzazione della nuova generazione di internet non c’è solo Zuckerberg.
Sono particolarmente interessate a questa realtà marchi della moda, colossi del mondo del turismo e ovviamente società che si occupano della creazione di videogiochi.
L’evoluzione del cyberspazio verso un regno immersivo multidimensionale senza confini, persistente, interoperabile e condiviso, avrà implicazioni su tutti gli aspetti della nostra società, inclusi l’intrattenimento, la pubblicità, l’economia e anche il diritto.

E i nostri dati personali?
Il Metaverso materializzerà intorno a noi un mondo nuovo, vivificato da un continuo fluire di informazioni ed immagini, tra cui anche dati personali. Ma indurre le persone ad immergersi ancora più a fondo in una realtà digitale potrebbe prefigurare situazioni, sviluppi, assetti politico-sociali e tecnologici altamente rischiosi.
Siamo preparati a questo? Che tipo di metaverso vogliamo creare? Chi può crearlo? Chi stabilirà la governance del metaverso? E fin dove può spingersi il rapporto tra l’uomo e la tecnologia?
L’idea che sia possibile un metaverso aperto, progettato by design per il rispetto dei principi di sicurezza, trasparenza, minimizzazione e legittimità dei trattamenti dei dati, a presidio della tutela dei diritti digitali e dei valori fondamentali di dignità, autonomia e libertà, non sembra facilmente conciliabile, al momento, con i piani dell’industria tecnologica impegnata in investimenti febbrili e business plans sofisticati destinati alla governance del mondo virtuale, forieri di asimmetrie di potere, vulnerabilità tecnologiche, costi di esclusione e discriminazioni abusive.

Forse non è troppo tardi per fermarci un momento a riflettere, e capire come coniugare la tecnologia con i valori fondamentali di dignità, autonomia e libertà.

Roberto Giovanni Loche
RL Solutions
rloche@rlsolutions.it – Mobile: +39 331.2917785

 

Dal niente si può distillare moltissimo

Dal niente si può distillare moltissimo

Quando dal quasi niente si riesce a distillare tantissimo

ragazzi con disabilità inseriti nello sport agonistico

 

Siamo a fine anno, un periodo nel quale, al netto delle frenesie per cercare di centrare gli obiettivi (a livello aziendale) e per individuare i regali “giusti” per amici e parenti (a livello personale), forse riusciamo a prenderci qualche quarto d’ora per riflessioni di respiro più ampio di quello che ci permettiamo in altri periodi.
I Media ci subissano di notizie, tutte angoscianti. A volte pare che l’unica scelta sia tra guerre e cataclismi climatici, femminicidi e ruberie a tutti i livelli, giovani costretti a scappare all’estero e migranti respinti con violenza ad ogni confine. Si può avvertire il desiderio di aprire una piccola finestra di azzurro su qualche iniziativa che dimostri concretamente che, sotto la coltre di brutture “che fanno notizia”, esistono comunque un sacco di persone che nell’ombra si danno da fare e riescono a realizzare piccoli, ancorché circoscritti, miracoli. Su uno di questi vorremmo accendere una, pur fioca, luce.

 

Isabella, tu hai una serie di trascorsi personali e lavorativi che fino ad un certo momento potremmo definire “assolutamente normali”, ammesso che la normalità rappresenti uno standard per i giorni nostri. Quando, come e perché è capitato che ti sei avventurata in un progetto quale quello che nel tempo si è concretizzato nelle “Nuvole”?

Io sono laureata in scienze politiche ad indirizzo sociale, per cui il mondo della disabilità è entrato nella mia vita attraverso lo studio. Inizialmente ho incominciato come assistenza all’autonomia negli istituti superiori e in queste occasioni sono entrata in contatto oltre che con i ragazzi anche con le famiglie.
Tutto è partito da una richiesta di una mamma: “Mio figlio il sabato e la domenica è triste perché è solo con noi genitori, mentre gli altri ragazzi escono con gli amici. Potreste tu e tuo marito, ogni tanto, portarlo a mangiare una pizza?” Da questa domanda è partito tutto, quasi 13 anni fa.
Ora i ragazzi con disabilità sono una ventina tra la provincia di Cuneo e di Torino.

 

Che tipologia di ragazzi stai coinvolgendo, con quali iniziative e quali strumenti? Come li raggiungi e quale ruolo hanno le loro famiglie nell’iniziativa?

I ragazzi che fanno parte delle “Nuvole asd” hanno una disabilità mista, da sindrome di down ad autistici, a ritardi mentali di diverso tipo, a fisici perché tutti i ragazzi con qualsiasi sindrome hanno diritto ad avere il loro tempo libero e a praticare sport, nessuno escluso.
In questo momento stiamo puntando oltre che sul tempo libero in generale (serate pub, cene, discoteca, vacanze ecc..) anche sul mondo dell’arte (poesie, dipinti ecc…)e sullo sport(cheerleading, sbandieratori e hip hop).
Le famiglie sono contente del nostro progetto perché vedono i ragazzi felici di stare in questo gruppo super speciale.

 

Lo sport, la squadra e la competizione rappresentano un propellente capace di moltiplicare le energie attraverso l’amicizia, il confronto tra compagni di squadra, il filtro delle gare. Vale per i giovani di tutti i tipi e, magari, diventa ancora più importante per quelli che hanno una qualche disabilità. Che cosa è cambiato nei ragazzi che hai coinvolto?

Lo sport è entrato nel nostro mondo quattro anni fa coinvolgendo tutti in qualcosa di unico. Il nostro sport principale è il cheerleading, uno sport di squadra che combina elementi di tumbling (ruote, capovolte, rotolamenti) ad evoluzioni aeree (stunt).Questo sport è improntato sulla fiducia del gruppo, per questo ha insegnato tanto a tutti noi, volontari compresi. Quando si affrontano le gare l’adrenalina sale e le emozioni di ognuno di loro traspare rendendo unica l’unione. In questo momento siamo l’unica realtà in Italia ad avere una squadra di 18 elementi disabili. Siamo campioni europei ECU, titolo ottenuto ad Atene dove sono nate le olimpiadi, per questo ancora più emozionante.
Da gennaio faremo parte del progetto “cheerability” dello CSEN CHEERLEADING, saremo la nazionale italiana dello CSEN e andremo in giro per il mondo.

Un lavoro di questo respiro, al di fuori dell’impegno personale tuo e di tuo marito – complimenti anche a lui! – non è una cosa che si improvvisi e nemmeno che si concretizzi “a costo zero”. Tu parli di gare, trasferte ma anche, nel quotidiano, servono di sicuro spazi e strumenti per l’allenamento. Chi hai incontrato lungo il tuo percorso che abbia dimostrato di poterti dare concretamente una mano? Enti Pubblici? Associazioni sportive? Aziende sponsor? Singoli mecenati, magari ciascuno nel suo piccolo?

A luglio 2024 con lo CSEN CHEERLEADING, come nazionale italiana “cheerability” CSEN saremo agli europei in Germania e nel novembre 2025 saremo ai mondiali in Giappone. Grandi trasferte ci attendono e naturalmente non mancheranno nemmeno le spese per riuscire a portare con noi tutti i ragazzi anche quelli che economicamente non possono permetterselo. Per arrivare alle trasferte bisogna allenarsi e anche quello ha un costo,i fondi non bastano mai. Ricerchiamo ditte o privati che attraverso la “sponsorizzazione sportiva” noi possediamo la partita iva, ci diano una mano,si dice che sotto Natale, tutte le persone siano più buone. In cambio della sponsorizzazione sportiva la nostra divisa della nazionale avrà i loghi di chi ha creduto in noi aiutandoci. Un progetto sociale importante, unico su questo sport in Italia.

 

Isabella Berardo
Gruppo “Le Nuvole”

nuvole.asd@gmail.com

email: isabella.berardo@libero.it   –   cell: 3490069452

 

Mi permetto di concludere con una semplice informazione di cui ciascuno farà l’uso che crede. Chi intende contribuire sia concretamente sia diffondendo le informazioni sull’iniziativa de “Le Nuvole” che già sta spontaneamente diffondendosi in aree differenti da quella del cuneese può rivolgersi a:
Le Nuvole ASD 

Cod.fisc. 93061990045, P.Iva 04028510040

Iban: IT15N0306909606100000186665

Pec: lenuvoleasd@pec.it – Cod.Univoco: KRRH6B9