Gestione responsabile dei prodotti chimici

Gestione responsabile dei prodotti chimici

Sostenibilità, Riciclo e Riuso

gestione responsabile dei prodotti chimici e schede di sicurezza

Alberto Delaini - Delaini & Partners

Introduzione
In un’epoca in cui la sostenibilità ambientale è una priorità globale, le aziende stanno rafforzando il loro impegno verso
una gestione responsabile dei prodotti chimici utilizzati nelle proprie operazioni. Un aspetto fondamentale di questa
transizione è il collegamento tra sostenibilità, riciclo e riuso dei prodotti chimici, i cui dettagli critici sulla pericolosità possono essere ottenuti dalle Schede Dati di Sicurezza (SDS). In questo articolo, esploreremo come un approccio informato basato sulle SDS possa migliorare l’impronta ecologica delle aziende, riducendo i rifiuti e promuovendo la sicurezza nell’utilizzo di tali sostanze.

Perché le Schede Dati di Sicurezza?
Le SDS sono documenti informativi essenziali forniti dai produttori di prodotti chimici. Queste schede
contengono informazioni dettagliate sui componenti pericolosi e i potenziali rischi per la salute
e per l’ambiente legati a tali sostanze. Sono uno strumento vitale per garantire un uso sicuro e
responsabile dei prodotti chimici in azienda. Capire nel dettaglio i dati di pericolosità che sono presenti nelle
SDS aiuta anche a stabilire le giuste procedure di manipolazione, stoccaggio e smaltimento.

Sostenibilità e Informazioni sulle SDS
Quando si tratta di sostenibilità, l’accesso alle informazioni corrette sulle SDS è fondamentale.
Questi documenti forniscono una panoramica esaustiva sui potenziali impatti ambientali e sulla sicurezza
associati all’uso di uno specifico prodotto chimico. Basandosi su queste informazioni, le aziende possono
prendere decisioni consapevoli riguardanti l’acquisto, l’uso e lo smaltimento dei prodotti chimici, mirando
a ridurre l’uso di sostanze pericolose o a implementare misure di protezione più adeguate.

Riciclo e Riuso Informati
Per poter predisporre un piano di economia circolare efficace, è fondamentale andare ad analizzare le
Materie Prime utilizzate nel proprio processo produttivo aziendale. Se non si conoscono i livelli di
pericolosità delle sostanze in ingresso, non sarà possibile predisporre un piano che preveda il corretto riciclo
delle sostanze utilizzate né predisporre il corretto riuso delle stesse. Inoltre, la gestione responsabile e sicura
dei rifiuti chimici generati dalle aziende è un aspetto cruciale della sostenibilità ambientale.
Approfondendo l’analisi dei prodotti chimici in uso, qualora i livelli di rischio non rientrassero nelle
policy di sostenibilità, sarà possibile ricercare ed eventualmente identificare alternative più sicure
e adeguate, permettendo alle aziende di adottare una prospettiva preventiva e ridurre al minimo l’uso di
sostanze dannose.

Vantaggi Aziendali e di Sostenibilità
L’utilizzo delle SDS come base informativa per la gestione dei prodotti chimici offre indubbi vantaggi sia per
l’azienda che per l’ambiente. Una maggiore consapevolezza dei potenziali rischi consente alle aziende di
implementare pratiche di lavoro più sicure, riducendo gli incidenti e la probabilità di esposizione ai
pericoli chimici. Ciò può tradursi in una migliore reputazione aziendale e nella fidelizzazione di clienti
e consumatori sensibili alle questioni di sicurezza e sostenibilità. Dal punto di vista ecologico, l’uso delle
informazioni provenienti dalle SDS può aiutare ad applicare politiche atte a ridurre l’impatto
ambientale complessivo delle operazioni aziendali, minimizzando la produzione di rifiuti chimici
pericolosi e contribuendo a una gestione più sostenibile delle risorse.

Conclusioni
I dati ottenibili dalle SDS rappresentano una risorsa inestimabile per le aziende che desiderano
adottare un approccio sostenibile alla gestione dei prodotti chimici. Con queste informazioni a disposizione,
le aziende possono pianificare meglio le loro strategie di riciclo, riuso e smaltimento, riducendo
l’impatto ambientale e proteggendo la sicurezza dei propri dipendenti e della comunità
circostante.

Eduardo Affinito
Every Software Solutions

info@everysws.com – www.every-sws.com

 

Le Best Practices sono come il karaoke?

Le Best Practices sono come il karaoke?

Le Best Practices sono come il karaoke?

si tratta di strumenti utili o no? dipende …

 

Nel 2006 Jonas Ridderstråle e Kjell A Nordström, professori alla Stockholm School of Economics scrissero un libro “Karaoke Capitalism” (https://francoangeli.it/Libro/Karaoke-capitalism.-Distinguersi-per-vincere-la-sfida-della-competitivit%C3%A0?Id=14270) nel quale sostenevano una tesi che si può sintetizzare così: “Le business school, il benchmarking e le best practice hanno trasformato l’intero mondo del commercio in un supergruppo di aziende karaoke che si copiano a vicenda, proponendo un modello che rischia di non reggere alle sfide di un mondo dominato dal darwinismo economico, dove la sopravvivenza dipende dalla capacità di usare le imperfezioni del mercato a proprio vantaggio, dall’essere in grado di percepire le imperfezioni dell’uomo, seducendo o tranquillizzando il consumatore.”
Il dibattito sull’utilità positiva o negativa delle Best Practices dura da sempre.
Non spetta a me decidere e non voglio fare l’ennesimo elenco di pro e di contro. Anche perché è evidente che questo elenco può variare in funzione dell’azienda in cui ci si imbatte.
Se l’azienda è priva di prassi consolidate, è event driven (termine elegante per dire che fanno le cose come gli vengono all’istante) le best practices portano certamente alcuni vantaggi.
Se l’azienda è iper burocratizzata le best practices (alcune di esse) probabilmente avranno una cattiva fama e tendenzialmente saranno ignorate, smettendo così di produrre i vantaggi per cui sono state introdotte e probabilmente produrranno svantaggi.
Il dibattito sulle “best practices” è perfetto come esempio per suggerire un paio di strumenti TOC che aiutano a sciogliere un dilemma dato un caso specifico.
Uno dei pilastri della TOC dice che i conflitti non esistono realmente, sono il risultato di assunti o di circostanze. Per uscire dalla trappola “mentale” o “organizzativa” in cui ci imprigionano un conflitto il primo strumento inventato da #Goldratt fu la nuvola di conflitto.
Vi riporto la nuvola di conflitto (senza assunti) costruita sul caso “best practices”, solo per mostrare com’è fatta.

Scritta così non dirà nulla a nessuno con grande probabilità. La nuvola di conflitto dice molto SE E SOLO SE la scrivete su un caso che vi riguarda da vicino e alla cui soluzione tenete molto.
La nuvola di conflitto è uno strumento potente che richiede però una grande capacità di astrazione e focalizzazione. Siccome se ne consiglia l’uso in situazione importanti che sono per definizione ad alta tensione emotiva a volte non è facile garantire focalizzazione e astrazione.
Come scrive mirabilmente Richard E. ZULTNER in un recente documento, la Matrice del Cambiamento è uno strumento della TOC utile per scoprire e comprendere come qualsiasi cambiamento viene valutato dal punto di vista di un “cliente” (un cliente, uno stakeholder o un collega – o anche te stesso). [Nota: il tuo cliente è quello che vorresti dicesse “sì” alla tua offerta.] La storia (un’analogia) della Matrice del Cambiamento è stata presentata da Eli Goldratt in un popolare video animato su YouTube [Goldratt 2010], ed è ampiamente conosciuta nella comunità ToC ed è sintetizzata da una immagine che qui riporto.

Probabilmente la Matrice del Cambiamento riduce le difficoltà di scrittura di una Nuvola di Conflitto.
Anche la Nuvola di Conflitto può essere catalogata come “best practice”, almeno per i praticanti la TOC. Il punto che mi interessa sottolineare è il costante tentativo di migliorare le best practices cercando di identificare il cosiddetto missing link.
Tutte le volte che vi si presenta l’occasione di adottare una best practices dovete chiedervi se la root cause dei problemi di cui state soffrendo è la stessa di quella risolta dalle best practices nei casi dove sono state sviluppate? Lo volete fare usando la Nuvola di Conflitto? Bene. Lo sapete fare in altro modo, altrettanto bene.
Una ultima considerazione che ritengo interessante, nei settori dove tutti i competitor adottano best practices / strategie karaoke in area commerciale/marketing c’è un potenziale di differenziazione gigantesco (qualcuno direbbe oceano blu versus d’oceano rosso) ovvero se tutti fanno i papaveri fare i girasoli funziona alla grande per essere visibili e distinguersi.
È per fare il girasole che cosa bisogna fare? Facile, bisogna essere rivolti sempre verso il sole, e in questa metafora il sole è il mercato.
E qui si chiude il cerchio. Per non essere aziende karaoke le best practices vanno adottare se è solo se contribuiscono a ridurre una limitazione del mercato (come raccomandato dal processo messo a punto da Goldratt per la Business Innovation).

Claudio Vettor
WinWin Consulting

claudio.vettor@winwin-consulting.biz  –   www.winwin-consulting.biz

Audit per la Privacy? Di sicuro ne hai bisogno!

Audit per la Privacy? Di sicuro ne hai bisogno!

Audit per la Privacy?

di sicuro ne hai bisogno!

Alberto Delaini - Delaini & Partners

Partiamo dall’inizio: l’audit è un processo che comporta la definizione di obiettivi e procedure necessarie, individuando criticità e soluzioni, per arrivare in ultimo all’adempimento di obblighi normativi e per ottenere o mantenere una certificazione dei sistemi di gestione nel momento in cui questi siano stati implementati in azienda.
Più in particolare, l’attività di Audit Privacy è vitale al fine di individuare non conformità o carenze nella protezione dei dati personali e suggerire proposte di miglioramento per difenderle.

I Vantaggi

I controlli di conformità vanno progettati con attenzione, pianificati ed infine eseguiti in modo sistematico perché costituiscono:
– uno strumento di tutela del titolare del trattamento: verificando il livello di conformità alla normativa è possibile individuare tempestivamente (e correggere!) anomalie e criticità nella propria attività di protezione e trattamento dei dati, evitando sanzioni o richieste di risarcimenti di danni da parte di terzi.
– uno strumento di accountability a disposizione e supporto del titolare del trattamento, per dimostrare la conformità al GDPR; la verifica contribuisce a documentare il percorso di adeguamento condotto dal Titolare del Trattamento tenendo traccia di tutte le evidenze di tale percorso; la mancanza di evidenze implica infatti di per sé una non conformità.
– uno strumento del Data Protection Officer per esercitare la sua funzione di sorveglianza e controllo dell’operato della struttura del titolare.

Il GDPR

Ma quanto detto fin qui non è tutto, occorre tener presente che con l’avvento del GDPR:

  • cambia il perimetro di tutela: si passa dalla tutela dei dati personali in senso stretto alla tutela dei diritti e libertà delle persone fisiche;
  • molti adempimenti che in precedenza erano impliciti ora devono essere formalizzati e documentati e la loro assenza è sanzionata;
  • vengono introdotti nuovi obblighi, come quello per il titolare di essere in grado di dimostrare, in ogni momento, la propria conformità o quelli derivanti dall’osservanza del principio di privacy by design e privacy by default;
  • la responsabilizzazione del titolare del trattamento fa sì che molte azioni da compiere in adempimento del GDPR non siano predefinite con regole codificate (ad esempio, non sono più previste le misure minime di sicurezza).

Le verifiche mirate alla Gestione della Privacy

Le verifiche in ambito Privacy sono caratterizzate dal dovere di controllare ambiti sia formalizzati vale a dire per i quali la normativa indica nel dettaglio i requisiti attesi (es: informative, designazioni, basi giuridiche, etc), sia non formalizzati, cioè ove la responsabilità della relativa concreta articolazione è in carico allo stesso Titolare (es. misure di sicurezza, modalità con cui sia stata effettuata l’analisi dei rischi, l’eventuale DPIA, etc)
Quindi, a titolo di esempio, le verifiche possono avere ad oggetto:
– valutazione degli adempimenti effettuati dal Titolare del Trattamento
– verifica degli adempimenti contrattuali dei Responsabili Esterni
– valutazione di correttezza e completezza di informative, registri dei trattamenti, privacy policy, cookie policy
– valutazione delle procedure organizzative a supporto delle misure di sicurezza
– valutazione delle competenze e dell’operato degli amministratori di sistema
– valutazione del livello di formazione delle persone che trattano dati personali
– valutazione dei processi di gestione di esercizio dei diritti dell’interessato e dell’efficacia nei casi trattati
– controllo degli adempimenti in materia di videosorveglianza

Le verifiche mirate alla Sicurezza Informatica

Particolare attenzione va posta nella verifica delle misure di sicurezza informatiche messe in atto per proteggere i dati e le eventuali vulnerabilità che possono esporre l’azienda al rischio di attacchi informatici
Un audit di sicurezza informatica fornisce una sorta di inventario dei punti deboli di un sistema aziendale in tema di cybersecurity e suggerisce, su questa base, una vera e propria tabella di marcia per rendere il vostro comparto sicurezza quanto più inattaccabile sia possibile.
Per questo, gli audit di sicurezza sono fondamentali al fine della valutazione del rischio e della definizione di strategie di mitigazione per le aziende che si occupano di dati sensibili appartenenti a individui.
Gli elementi oggetto di valutazione di un audit di sicurezza informatica, in particolare, sono:
– componenti del sistema informatico e ambiente in cui è ospitato il sistema informatico
– applicazioni e software (incluse le patch di sicurezza messe a punto dagli amministratori di sistema)
– vulnerabilità della rete interna ed esterna
– personale aziendale, ovvero le modalità utilizzate dai dipendenti per raccogliere, condividere e archiviare informazioni sensibili.

Quando svolgere un’attività di Audit?

E’ buona norma pianificare annualmente l’attività di audit del Sistema di Gestione della Privacy Aziendale, in modo da poterne verificare la compliance al GDPR, ed attuare eventuali adeguamenti a fronte di cambiamenti organizzativi o normativi, pianificando nel contempo frequenti e puntuali verifiche in merito alla sicurezza informatica.
È anche importante in termini di accountability, perché il possesso di un piano di audit e le risultanze di tali audit costituiranno una base per qualsiasi argomentazione che il Titolare vorrà adoperare in caso di richieste da parte dell’Autorità Garante o degli interessati.

In conclusione

La violazione dei dati personali è causa di alcune tra le conseguenze più gravi che l’attività di un’azienda, e l’azienda stessa, possano subire. Per citarne alcune, perdita di reputazione, responsabilità penali e procedimenti giudiziari.
L’unico strumento, dunque, è la prevenzione.

Roberto Giovanni Loche
RL Solutions
rloche@rlsolutions.it – Mobile: +39 331.2917785

 

Lavoro, questo sconosciuto

Lavoro, questo sconosciuto

Lavoro, questo sconosciuto

L’editoriale di Breaking News!

Alberto Delaini - Delaini & Partners

Ogni volta che ad un telegiornale ne parlano, io mi alzo, spengo e vado via. Potrebbe trattarsi di una insolita forma di allergia, non so. Quello che è certo è che non riesco più a sopportarlo.

Mercato del lavoro
Sto parlando di tutti quei proclami che sbandierano come in Italia ci sia troppa disoccupazione, immediatamente seguiti da lamentele di imprese che non trovano personale. Poi vai a scavare appena un pochino e realizzi che il problema ha in realtà due facce che si intersecano in un irrisolvibile nodo gordiano:

  • incomunicabilità tra domanda e offerta: nell’epoca dei portali che ti permettono di prenotare con un clic una vacanza dall’altra parte del mondo o di acquistare e farti recapitare in tre giorni una camicia prodotta in Cina, non pare ragionevole che manchi una “bacheca” in cui esporre richieste e proposte di lavoro; è così impossibile realizzarla? O troppo poco costoso per farne un progetto da PNRR? O magari si vanno a toccare interessi che navigano sotto il pelo dell’acqua?
  • incomunicabilità tra scuola e azienda: la formazione pubblica e privata a tutti i livelli soffre di una specie di strabismo che la induce a produrre skill senza mercato e a non darsi la briga di attivare in numero adeguato professionalità nuove (come i tornitori ?!?!) oppure molto ricercate; eppure esistono Ministeri e organizzazioni appositi, mentre – se non mi sono perso qualcosa – credo siano ancora operative entità quali Confindustria o Confcommercio che lamentano il problema senza predisporre loro stesse una soluzione.

Io non posso farci niente. Oppure no? Beh, lasciate almeno che mi prenda la briga di ospitare in questo numero un articolo che parla di una semplice formazione di base: quella di operatori per IBM i (o per As/400, se preferite), una piattaforma hardware attualmente utilizzata ed apprezzata da oltre 10.000 aziende italiane e per la quale gli skill latitano.

Concludo scusandomi per lo sfogo. L’ho sentita anch’io quella del Grillo Parlante di Pinocchio e conosco perfettamente la sorte meschina che ha meritato per colpa di quel suo viziaccio di non tenere mai la bocca chiusa.

Alberto Delaini

Trasformazione Digitale e Schede di Sicurezza

Trasformazione Digitale e Schede di Sicurezza

La trasformazione digitale nelle Schede Dati di Sicurezza

sfide, opportunità e passi essenziali

Alberto Delaini - Delaini & Partners

La digitalizzazione dei dati e dei processi è diventata essenziale per aziende di ogni settore. Quando si tratta di sostanze chimiche pericolose, la gestione delle Schede Dati di Sicurezza (SDS) diventa un elemento cruciale per la sicurezza dei lavoratori, la conformità alle normative e la protezione dell’ambiente.
Molte aziende operano ancora con processi farraginosi e disorganizzati per la gestione delle SDS, ma la trasformazione digitale di questo processo offre opportunità straordinarie per migliorare l’efficienza operativa e la sicurezza aziendale.
In questo articolo, esploreremo come affrontare un progetto di digitalizzazione del processo di gestione delle SDS, esaminando i benefici tangibili, le sfide comuni e i passi essenziali da seguire. Scopriremo come la digitalizzazione non solo semplifica il flusso di informazioni, ma può anche stimolare l’innovazione e promuovere la sostenibilità aziendale. È tempo di abbracciare una nuova prospettiva sulla digitalizzazione dei processi, perché quello che una volta era difficile da digitalizzare ora non lo è più, e i risultati ottenibili possono fare davvero la differenza.

I Vantaggi
1. Gestione centralizzata e aggiornata delle SDS ed eliminazione della dispersione
La disponibilità di un archivio unico dove ricevere, archiviare e gestire le SDS di tutta l’azienda permette di tenere sotto controllo questi documenti normalmente sparsi tra i vari dipartimenti aziendali e ne consente un aggiornamento efficiente continuo. Succede spesso che le SDS siano detenute in vari uffici che ne conservano copia senza condividerle con le altre funzioni aziendali. Questo porta alla generazione di duplicati inutili, impedisce la corretta circolazione delle informazioni e la efficace distribuzione degli aggiornamenti. Alcune aziende che hanno intrapreso il processo di digitalizzazione delle SDS hanno visto diminuire anche di un terzo il numero dei documenti dopo il progetto di assessment e il conseguente cleaning.
2. Semplice condivisione e diffusione delle SDS
Centralizzare l’archivio delle SDS inoltre facilita la condivisione delle informazioni tra i diversi dipartimenti e i team aziendali. Tutti gli utenti autorizzati possono accedere alle ultime versioni delle SDS in modo rapido e conveniente, garantendo un flusso di informazioni coerente e aggiornato.
3. Ottimizzazione delle risorse
L’automazione dei processi riduce i costi operativi, consentendo una migliore allocazione delle risorse umane. Questo permette di concentrarsi su attività di più alto livello come l’analisi dei dati, la pianificazione delle misure preventive e la formazione del personale.
4. Maggiore controllo delle sostanze chimiche pericolose
L’azienda può monitorare e valutare più efficacemente i potenziali pericoli, prendendo decisioni informate per la sicurezza del personale e dell’ambiente e attuando misure preventive adeguate.
5. Aumento della conformità normativa
Un sistema digitale per la gestione delle SDS facilita il monitoraggio e l’applicazione delle normative vigenti. La possibilità di mantenere tracciabilità e storico delle azioni intraprese consente alle aziende di dimostrare la conformità durante le ispezioni e gli audit. Ad esempio, l’archivio delle SDS obsolete o dei prodotti dismessi da mantenere per almeno dieci anni può convalidare la presenza di determinate informazioni in azienda in un particolare periodo, a dimostrazione di azioni intraprese nel tempo.
6. Miglioramento della conformità commerciale
Un efficiente controllo delle sostanze chimiche pericolose in azienda permette di rispondere adeguatamente alle richieste degli stakeholder in merito alla gestione dei rischi e al rispetto dei protocolli di settore e/o privati.
7. Rapida e facile ricerca delle informazioni in caso di emergenza
Tutto il personale operativo può cercare e recuperare immediatamente le informazioni necessarie per affrontare una situazione di rischio, consentendo una risposta tempestiva ed efficace. Le SDS contengono informazioni e istruzioni di sicurezza delle sostanze chimiche pericolose che devono essere immediatamente consultate in caso di incidente.
8. Stimolo all’innovazione e alle opportunità legate alla sostenibilità
La gestione più efficiente delle sostanze chimiche pericolose semplifica l’adozione di alternative più sicure e sostenibili, contribuendo alla responsabilità complessiva dell’azienda. Inoltre, consente la verificabilità e la misurabilità dei progressi ottenuti.

Strategie di implementazione
I numerosi vantaggi della digitalizzazione del processo di gestione delle SDS possono essere ottenuti affrontando e superando alcune sfide che portano con sé delle proficue opportunità di crescita e miglioramento.
Ecco alcuni consigli su come affrontare efficacemente il progetto.
1. Gestione delle Risorse
– selezionare una soluzione tecnica scalabile e modulare che si adatti alle esigenze e alle risorse dell’azienda
– suddividere il processo di digitalizzazione in fasi: concentrarsi su uno step alla volta consente di evitare sovraccarichi e di gestire meglio le risorse disponibili
2. Competenze Tecniche
– collaborare con fornitori che offrono supporto tecnico, formazione e consulenza
– per favorire il successo complessivo del progetto, il fornitore della soluzione deve essere in grado di collaborare strettamente con il personale IT competente
3. Gestione del Budget
– dimostrare il valore della digitalizzazione ai decision maker, evidenziando chiaramente rischi e benefici, può aiutare ad ottenere il supporto finanziario necessario
4. Responsabilità Inter-Dipartimentale
– poiché le informazioni contenute nelle SDS sono utili a numerose funzioni aziendali, è fondamentale individuare il dipartimento responsabile del progetto
– in alcuni contesti è preferibile che sia il top management a sponsorizzare il progetto

Passi essenziali
Vediamo ora i passi chiave per affrontare un percorso di digitalizzazione del processo di gestione delle SDS.
1. Organizzare l’Ingresso delle SDS
Stabilire un sistema strutturato per ricevere e registrare le SDS in modo organizzato.
Il processo di ricezione delle SDS è determinante per tutto il progetto di digitalizzazione ed è purtroppo spesso non governato e destrutturato.
È molto importante non sottovalutare questo primo passo che dà l’avvio all’intero percorso della SDS in azienda.
2. Indicizzare le SDS
Elaborare un processo di estrazione e indicizzazione per omogeneizzare i dati contenuti nelle SDS e renderli facilmente accessibili e ricercabili garantendo la corretta classificazione dei prodotti chimici e dei rischi associati.
L’estrazione e la digitalizzazione dei dati contenuti nelle SDS va affrontata con strumenti automatici specializzati in quanto, se eseguita manualmente, comporta numerosi svantaggi come:
– tempi di lavoro rilevanti
– risorse dedicate a lavori ripetitivi e poco qualificanti
– difficoltà nella lettura dei contenuti delle SDS, che hanno formati differenti a seconda del produttore
– mancanza di omogeneità nella compilazione dei dati da parte di differenti operatori
– possibilità di errori di trascrizione
– difficoltà nell’aggiornamento continuativo dei dati
3. Archiviare le SDS
Raccogliere le SDS in un sistema unico, aggiornato e controllato per garantire l’accesso e la consultazione delle SDS da parte di tutto il personale interessato.
La ricerca dei documenti e delle informazioni contenuti nell’archivio centralizzato deve essere semplice e chiara per ogni figura coinvolta, senza sovra-informazioni, ma sempre nel rispetto delle normative. Ad esempio, per alcune figure aziendali, si può pensare alla distribuzione di una SDS semplificata.
4. Automatizzare Processi Specifici
Una volta organizzati i processi principali, si può passare ad implementare un workflow per i processi di validazione, approvazione e distribuzione delle SDS, con passi che possono coinvolgere sia ruoli interni che esterni all’azienda.
È fondamentale che l’archivio delle SDS sia accessibile secondo un sistema di autorizzazioni efficiente e strutturato che consenta la necessaria sicurezza delle informazioni, ma che al contempo sia in grado di rendere disponibili le SDS a tutti i lavoratori, così come imposto dalla normativa.
5. Monitoraggio delle MRSL
La digitalizzazione dei dati contenuti nelle SDS può rendere possibile automatizzare un sistema di confronto continuo delle sostanze chimiche pericolose presenti in azienda con le liste MRSL di riferimento (Manufacturing Restricted Substances List).
Per poterlo fare è indispensabile che la soluzione scelta includa la gestione delle MRSL pubbliche, private e/o di settore di interesse dell’azienda, incrociandole con i dati presenti nell’archivio delle SDS.

Conclusioni
La gestione delle Schede Dati di Sicurezza per le aziende che operano con sostanze chimiche pericolose rappresenta un elemento cruciale per la sicurezza, la conformità e l’efficienza aziendale. La trasformazione digitale di questo processo offre benefici tangibili, tra cui una maggiore conformità normativa e commerciale, una risposta più rapida alle emergenze e un uso ottimizzato delle risorse.
Tuttavia, questa trasformazione non è priva di sfide, tra cui la gestione delle risorse e del budget, le competenze tecniche e la responsabilità interdipartimentale. È fondamentale dimostrare il valore della digitalizzazione ai decision maker, evidenziando i benefici economici, ambientali e sociali, nonché i rischi associati a una gestione inadeguata delle SDS.
Ciò che rende questa trasformazione ancora più stimolante è il potenziale offerto dalle nuove tecnologie oggi disponibili, come la diffusione delle connessioni a Internet e dei dispositivi mobili, le soluzioni in Cloud e, più recentemente, gli strumenti di Intelligenza Artificiale (AI). Queste tecnologie generano un notevole vantaggio competitivo per coloro che le adottano. Consentono infatti di semplificare e ottenere risparmi significativi in termini di tempo e risorse, nonché un accesso senza precedenti a una vasta quantità di informazioni.
È fondamentale cogliere una nuova prospettiva sulla digitalizzazione di processi come la gestione delle SDS. Ciò che pochi anni fa sembrava difficilmente digitalizzabile e strutturabile, può ora diventare un fattore di eccellenza. Con il giusto approccio e le tecnologie adeguate, è possibile trasformare la gestione delle SDS e sbloccarne il pieno potenziale.

Stefania Agiato
Every Software Solutions

info@everysws.com – www.every-sws.com