Natale, forma e sostanza

 

L’editoriale di Breaking News!

Alberto Delaini - Delaini & Partners

Ci stiamo avvicinando al nuovo anno e ancora prima al Natale, da sempre simbolo di pace e riconciliazione anche al di fuori del significato cristiano.
Certo, se badiamo esclusivamente ai Media, non è che si vedano tanti segnali di serenità, di pace, di amicizia e di solidarietà. Però qualcosa non mi convince e questo scenario allucinato io lo percepisco con un sottofondo dagli accenti fasulli o, come minimo, stonati. Non penso di essere un “negazionista” a tutto campo, convinto che non esistano guerre assurde oltre che disumane, povertà indotta da strategie di avidità sfrenata e diffusa soprattutto nei contesti più ricchi, ingiustizie lapalissiane che nessuno sembra interessato ad estirpare. Però non credo – salvo diagnosi di Alzheimer che non ho per il momento ricevuto – che il mio strutturale ottimismo mi proietti in un mondo che non esiste, dove tutto va bene.

Eppure …
Tornano alla mente i racconti dei miei genitori, un’adolescenza ed una giovinezza vissute nel famoso “Ventennio”. Allora nel mondo italico era tutto perfetto: i treni arrivavano spaccando il minuto, la cronaca nera era ridotta a fatterelli rari e di poco conto, salvo quando non ci si imbatteva in uno scoop capace di calamitare l’attenzione della nazione neanche fosse una telenovela.
Ma anche le notizie peggiori venivano ammantate di una tragicità, come dire, lontana dalla gente. Sembravano una specie di favola e non ci si accorgeva che erano mirate a sviare l’attenzione dai problemi reali in quell’epoca: salari da fame, analfabetismo, necessità di emigrare magari solo da nord a sud che era sempre uno sradicarsi da abitudini ed affetti.

Mitridate
Oggi viviamo “connessi”. Veniamo informati in tempo reale di ogni sciagura, di ogni omicidio, di ogni disgrazia sul lavoro, di ogni dichiarazione demenziale di un leader di cui sappiamo poco o nulla, di ogni atto di violenza commesso nelle aree più remote dell’orbe terracqueo. Un elettroshock senza interruzioni, una specie di lavaggio del cervello magari non casuale. Le disgrazie degli altri, vicine o lontane, vogliono distrarci dai problemi della vita vera, anestetizzano i nostri cervelli e la nostra coscienza. Qualcuno ricorda Mitridate, re del Ponto nel I° secolo A.C., che per paura di essere avvelenato aveva iniziato ad assumere sostanze tossiche. Cominciava da pochissimo e poi andava avanti con dosi crescenti fino a diventarne talmente immune tanto che, sconfitto dai Romani, per morire dovette chiedere ai suoi di pugnalarlo. Ecco, non vorrei che tutte queste notizie allucinate e terribili riescano a “mitridaticizzarci”, ad allontanarci dalla realtà e dai problemi veri.

L’altra faccia del pianeta
Probabilmente mi sbaglio, probabilmente è impossibile che i mezzi di informazione siano sincronizzati per queste operazioni di “distrazione di massa”. Ma in fondo mi importa in modo relativo. Io cerco di guardarmi attorno e scopro regolarmente iniziative stupende che viaggiano nell’anonimato. I ragazzi del 118 che una notte alla settimana vegliano per intervenire dove avviene un incidente stradale o, più semplicemente, per portare un anziano in ospedale alla dialisi, ma la mattina dopo si presentano puntuali al lavoro. Un gruppo di gente di tutte le età e di tutte le condizioni sociali che ha pensato di realizzare lo scavo di pozzi nei villaggi sperduti del centro Africa e ne ha costruiti diverse decine, magari finanziandosi con originali strenne natalizie fatte di tessuti coloratissimi provenienti dalla Tanzania e cuciti la sera dopo cena da gruppi di signore di buona volontà. I pensionati che si sono dedicati alla protezione civile, pronti a correre immediatamente dove serve, perfettamente inquadrati in squadre dotate di mezzi, logistica e organizzazione.
Mi fermo qui. È tutta gente che conosco di persona, tutti volti a cui so ricollegare un nome. E, fino a che nel mondo ci saranno individui di questa pasta, la TV, Internet e giornali possono raccontare quello che gli pare. Nella partita doppia della vita preferisco indirizzare la mia personale attenzione alla sezione delle “attività”.
Prima di scordarlo, buon Natale a tutti.

Dedicato a tutti quelli che credono che il futuro possa essere migliore del presente e si muovono per realizzare questo sogno.

 

Alberto Delaini