Caccia aperta alle ACG
D&P: analisi di mercato
Da anni non sento un operatore informatico che, desiderando ampliare il proprio parco clienti, non metta al primo posto nelle priorità l’assalto alle aziende che continuano ad utilizzare le ACG.
Un ERP che ha fatto la storia
Questo ERP, sicuramente datato a dispetto dei numerosi restyling (più di estetica o tecnologia che di contenuti) che IBM e successivamente TeamSystem ci hanno applicato sopra, è nato con l’As/400 e quindi ben oltre trent’anni fa. 1988 per la precisione. Possiamo fare tutte le critiche che riteniamo opportune al loro successo, ma esistono fatti oggettivi che non vanno scordati tra cui:
– conosciute ed apprezzate da diverse centinaia di software house di tutto il territorio nazionale
– dotate di una serie incredibile di “verticalizzazioni” molto valide
– percepite dalle aziende come affidabili grazie anche al binomio con la solidissima piattaforma As/400.
Il processo di “erosione”
L’attacco alle ACG parte da molto lontano, ma possiamo schematizzarlo in alcune fasi:
1. l’apparizione di una serie di soluzioni concorrenti installate sulla medesima piattaforma hardware; accanto agli “Evergreen” tra cui spiccano SmeUp e Galileo, non possiamo scordare altri marchi a suo tempo di successo, da Gipros a Golden Lake, dai prodotti di Sirio a quelli Datasys solo per citarne alcuni.
2. successivamente si sono affermati gli ERP internazionali, che inizialmente miravano alle aziende più grandi e organizzate: SAP. JD Edwards e Oracle, per rimanere sui precursori
3. l’ultima fase è stata contraddistinta dal consolidarsi di soluzioni gestionali in particolare realizzati su Microsoft, italiani e stranieri: da Metodo a Mago, da Ad Hoc a Sigla++, da Navision a Sap BO, in una schiera molto ampia e differenziata.
Risultato: il parco installato, un tempo dell’ordine di grandezza delle 10.000 Aziende, si è progressivamente assottigliato e delle circa 3.000 ACG oggi esistenti la gran parte sono limitate alla parte amministrativa, in convivenza con altri prodotti.
Alberto Delaini
Email: alberto@delainipartners.it
Cell.: +39 348.2624906.
Il campione esaminato
I dati su cui l’analisi è stata realizzata sono quelli della Delaini & Partners, estremamente precisi soprattutto con riferimento al mondo IBM.
Il campione preso in esame per questa analisi è di 551 Aziende ex ACG, di cui conosciamo l’ERP attuale. Una numerosità sufficiente per costruirci qualche indicazione e soddisfare qualche curiosità.
La scelta tecnologica delle aziende
Il primo punto su cui abbiamo concentrato l’attenzione riguarda il contesto tecnologico. Le aziende hanno cambiato le ACG perché scontente della piattaforma As/400 IBM o per altri motivi legati alla soluzione? La risposta la troviamo sostanzialmente qui.
Qualche commento:
– la metà dei vecchi clienti è passata alla piattaforma Microsoft, valore condizionato anche dal fatto che molte software house dalle ACG sono passate (in particolare ma non solamente) a Navision o Sap BO
– quasi altrettanti sono rimasti fedeli all’As/400, una percentuale comunque di tutto rispetto
– le sostituzioni su Unix sono poche anche per la scarsità di soluzioni di livello in questo contesto, con corrispondente spinta commerciale inferiore.
Un’occhiata alla geografia
La caccia alle ACG non è avvenuta in maniera uguale su tutto il territorio nazionale. Questo sia perché la densità di aziende, come è noto, varia molto da Nord a Sud, sia perché in alcune aree questa soluzione è stata in certo modo “protetta” dalla limitata offerta di alternative. Parlo naturalmente in termini quantitativi, con riferimento all’intensità di azioni commerciali ostili. Un quadro interessante è quello che segue:
Tralasciando alcune scelte magari arbitrarie (quella di inserire l’Emilia-Romagna nel Centro è più che altro per mettere in evidenza i comportamenti nel Triveneto) possiamo notare come il Nord Ovest si sia “accanito” molto di più del Nord Est. Questo risultato è dovuto anche al fatto che la raccolta di dati sulle migrazioni è iniziata soprattutto con il nuovo millennio, mentre nel Triveneto la maggior parte delle migrazioni da ACG è avvenuta prima. Poi ci sarebbero parecchi altri dati meritevoli di un approfondimento, quale quello delle migrazioni delle Marche che sono quasi uguali in termini numerici a quelle del Lazio!
Macro settori merceologici
Uno sguardo alla segmentazione merceologica offre ulteriori spunti.
Gli investimenti superiori da parte delle aziende di produzione saltano immediatamente all’occhio. Questo dipende in parte dalla maggiore presenza di imprese manifatturiere nella fascia di fatturato che solitamente prendiamo in esame, in parte dalla maggiore propensione di queste ad investire per migliorare l’efficienza dei processi, anche a costo di ribaltare tutto il sistema informativo. Abbiamo notato che le società di distribuzione si sono rivelate più interessate ad investimenti mirati e parziali, quali quelli nella logistica, nel CRM o nell’e-commerce.
Le società di servizi, viceversa, sono proliferate numericamente in epoche più recenti e solo poche hanno vissuto l’epoca iniziale di splendore ed espansione delle ACG.
Ma allora chi ha vinto?
La domanda e la curiosità conclusive non possono che essere di tipo … quasi calcistico. Chi è che ha tratto i maggiori profitti dai fuoriusciti delle ACG? La risposta è articolata e complessa e meriterebbe da sola una trattazione a parte. Per evitare di annoiare troppo e per non influenzare eccessivamente i lettori e le loro interpretazioni, ci limitiamo a fornire tre quadri di sintesi: chi è passato ad un ERP internazionale, chi ad uno nazionale e chi invece ha fatto una scelta verso un fornitore con specificità e competenze merceologiche molto marcate. Per chiarezza ci fermiamo negli elenchi ai primi sei di ciascuna classifica, anche se le posizioni che seguono offrono ulteriori elementi di estremo interesse
Buona consultazione: se vi servono dettagli o approfondimenti specifici, contattatemi pure e senza problemi all’indirizzo email alberto@delainipartners.it. Vedrò di soddisfare le vostre curiosità.